Published On: 11 Gennaio 2021Categories: Interviste

Proseguiamo il nostro percorso alla scoperta dei volti della pesca a spinning in Italia. Oggi conosciamo Luca Quintavalla e la sua passione per il bassfishing, una storia da leggere tutta d’un fiato!

Potresti illustrarci brevemente la tua storia?

Ciao Luigi, è un piacere essere qui con voi. Mah la mia storia pescasportiva è semplice, ho iniziato un pò come tutti a seguire da piccolo il nonno e il papà a pesca nei fiumi attorno alla mia città, fortunatamente ai tempi di pesce ce n’era tanto e avevo solo l’imbarazzo della scelta. Pesco da quando ho circa 6 anni e la pesca a passata è stato il mio primo amore che ho praticato fino all’età di circa 16 anni. Inoltre , durante la stagione calda e l’autunno, mi cimentavo spesso alla ricerca di bass con le esche artificiali. Piano piano la passione del bass mi è entrata sempre più dentro e mi ha fatto abbandonare ogni altra pesca al di fuori di questa. Dal 1998 ho iniziato a pescare solo bass, a partecipare a qualche gara…a fare i primi viaggi in USA… il primo dvd…insomma diciamo che ogni anno ho cercato di far diventare questa pesca la mia vita.

Qual’ è stato il percorso che ti ha portato ad essere quello che sei?
Mah credo di essere semplicemente un pescatore che ha dedicato e dedica tutt’ora molto tempo a questo pesce. Non mi sento arrivato, anzi, cerco sempre di migliorarmi, a livello agonistico non ho raggiunto particolari traguardi e questo mi stimola sempre a fare meglio ogni giorno. Diciamo che ho accumulato esperienza pescando tanto in giro per l’Italia e il mondo e ho preso questa pesca come una cosa seria, non semplicemente come un passatempo. Questo mi ha portato a relazionarmi con tante persone, imparare da bassmen esperti e a relazionarmi con diverse ditte del settore che ancora tutt’ora mi sostengono nella mia avventura.

E’ nata prima la passione per la pesca o la voglia di far parte di un team o… di altro?

Quando ho iniziato a pescare l’unico team che conoscevo era quello della squadra di calcio dove militavo…. Team member è una parola che ho capito al mio primo viaggio in USA quando una ditta americana mi ha fatto un’offerta di sponsorizzazione, li ho capito cosa significa far parte di un team e cosa bisogna fare per continuare a farne parte. C’è un sacco di confusione in Italia in questo momento, tutti voglio far parte di un team di un’azienda del settore, sembra che se un pescatore non ha la maglia firmata non cattura pesce o non è attendibile, per me niente di più sbagliato. Inoltre il 90% non sa cosa significhi far parte di un team, come ci si comporta, i doveri che si hanno, la responsabilità che si porta sulle spalle, c’è molta disinformazione e questo mi rattrista un pò, ma siamo ancora un movimento in via di sviluppo, prima o poi capiremo dagli errori che stiamo facendo.

Quali sono i personaggi chiave, nella storia della pesca a spinning in Italia?

Mah ci sono diversi personaggi che nel passato si sono dati da fare per questa splendida disciplina. Il primo che mi viene in mente è Paolo Vannini, non solo perchè sono cresciuto con i suoi consigli, la sua passione e la voglia di trasmetterla, ma anche perchè mi ha insegnato come comportarmi in questo mondo. Paolo ha dato tanto al bassfishing quando le bassboat erano poche e le esche si acquistavano da bassproshops e arrivavano una volta ogni sei mesi, lui , grande conoscitore del mondobass in USA ci ha trasmesso idee e passione. Insieme a lui anche Stefano Sammarchi è stato un precursore e lo è ancora ora visto che la sua ditta è conosciuta in tutto il mondo. Non posso dimenticare altri personaggi che hanno sostenuto la causa bass in Italia, come Gianfranco Vanuzzo, Massimo Zanetti, Alessandro Debbi e Stefano Ruggi, ho citato solo quelli con cui sono stato più a contatto, ma in tanti altri hanno collaborato per creare il bassfishing com’è ora in Italia. Attualmente credo che l’uomo chiave sia Daniele Mari, presidente dell’Italy B.A.S.S. Federation, associazione sportiva nata diversi anni fa dopo la visita di Ray Scott in Italia. Daniele e i suoi collaboratori, hanno raccolto l’eredità di Paolo Vannini, creando un’associazione che sta riscuotendo un successo enorme e sopratutto facendo conoscere il mondo del bassfishing nella sua vera natura cioè rispetto e sportività. Infine non posso non menzionare Giulio Galletti, distributore del marchio Tracker Marine Group che ha sostenuto e sostiene il bassfishing ogni anno con forza, facendo conoscere la nostra realtà anche al di fuori dei nostri confini.

Se potessi scegliere una tecnica di pesca, quale sarebbe?
Credo che un pescatore di bass non debba avere una tecnica preferita…il bass è un pesce molto lunatico, quindi fossilizzarsi su una tecnica preferita significa essere poco completi, ma se devo scegliere, ti dico che adoro pescare veloce con esche di reazione come spinnerbait, crank, jerkbait e topwater. Mi piace molto anche il jig è molto versatile e si catturano spesso pesci grossi.

Quali possono essere, secondo te, esempi di esche artificiali che gli angler italiani hanno accantonato, ritenendole un pò datate, ma che al cospetto di ciò continuano comunque ad essere valide e catturanti?
Bella domanda, credo che ci sono diverse esche di cui sento poco parlare ma che rendono alla grande sia in Italia che in tutto il mondo. I primi sono i minnow, i classici Rapala per intenderci, sono ancora letali e mi hanno risolto diverse giornate di pesca. I secondi sono i cari e vecchi worms, i vermoni dalla coda riccia che tutti 15 anni fa avevano nella loro scatola porta esche e che oggi sono molto bistrattati. Utilizzo con regolarità vermi da 7/8/9 pollici sopratutto nella stagione estiva recuperati in profondità e vi garantisco che le mangiate non sono molte, ma i bass sono grossi! Un’altra esca che mi viene in mente è il lipples crankbait, questa esca è incredibilmente versatile, in USA non manca mai nella cassetta di tutti i professionisti e io stesso la utilizzo tantissimo.

Cosa ne pensi delle condizioni delle nostre acque, fiumi e mari? Negli ultimi anni, che cambiamenti ha riscontrato?
Un cambiamento enorme purtroppo, non tanto come condizioni dell’acqua ma come quantità di pesci presenti. Mi sbilancio, ma credo che negli anni 80 le condizioni dell’acqua fossero molto peggio, ma di pesce ce n’era veramente tanto e di tutte le specie, ora purtroppo le specie si sono ridotte e sono cambiate le prede da insidiare. La motivazione precisa per cui un pesce come il bass, presente in maniera massiccia in tutto l’area del fiume più grande d’Italia, il Po, possa praticamente scomparire nel giro di pochi anni non me lo spiego. Ogni tanto sogno uno studio approfondito di biologi/ittiologi esperti che studiano i problemi e risalgono alle cause senza dirci “è colpa del siluro” o “è colpa dell’ inquinamento”, ma poi mi sveglio e mi rendo conto che siamo in Italia e che i pesci e le nostre acque sono l’ultimo dei nostri problemi. Di sicuro l’unica arma che noi abbiamo è il catch e release, rilasciare il pesce deve essere alla base della nostra pesca, rilasciare un pesce oggi vuol dire permettere di riprodursi e di mantenere la popolazione di bass viva.

Esistono relazioni cromatiche tra un artificiale catturante e l’habitat che stiamo battendo? sono legat esolo al foraggio presente o ci sono altri fattori?
Beh il foraggio presente è fondamentale, il bass si alimenta di ciò che trova nell’ambiente naturale quindi più imitiamo il foraggio presente più abbiamo possibilità di cattura. Ci sono alcuni fattori però che possono cambiare il modo in cui il bass vede le sue prede, pensiamo ad esempio alla copertura nuvolosa in cielo, oppure al colore dell’acqua, o ancora la vegetazione presente. Qui entrano in scena i nostri trucchi per dare la possibilità al bass di vedere meglio le nostre esche come dare più colore, aumentare il volume dell’esca ecc. Infine diciamo che il bass non sempre si alimenta per fame , ma spesso lo fa per reazione, quindi staccare dai soliti colori in certi casi può fare la differenza.

La pesca a spinning in che modo sta crescendo(che tipo di evoluzione avrà)???
La crescita della pesca a spinning è sotto gli occhi di tutti, pochi anni fa era impensabile vedere tanti artificiali in giro per siti web, riviste e negozi, il boom è stato enorme e questo fa solo piacere. C’è da dire che più pescatori ci sono, più c’è pressione di pesca quindi alla lunga meno pesci. Urge un programma per tutelare i pesci che abbiamo e distribuire questa pressione di pesca il più possibile, per evitare di stressare troppo alcuni ambienti.

Ha mai proceduto alla registrazione dei dati delle condimeteo di più catture? se si ha notato una prevalenza su qualche dato che si ripeteva nelle molteplici catture?
Non con troppa cura, mi sono fatto un’idea mentale ma non tengo un diario. Il dato positivo che ho riscontrato è sicuramente l’abbassamento di pressione atmosferica con conseguente nuvolosità del cielo e i giorni di luna piena dove ho riscontrato un grosso calo di mangiate, dato dall’abitudine del bass di alimentarsi di notte in questo caso. Per il resto non ci penso troppo, credo che il momento migliore per catturare un bass è mettergli un esca davanti al naso 🙂

Quanto conta avere un etica forte e piena di sani principi sul rispetto della natura, l’ambiente, e delle prede che catturiamo?
E’ alla base di tutto, se non rispettiamo colui che ci fa divertire e il luogo dove vive, come possiamo pensare che questa nostra passione abbia un futuro? Questa pesca dovrebbe essere per prima cosa sportività, rispetto di chi ci circonda, delle nostre zone di pesca e del rispetto del pesce. Il rispetto del pesce lo noto sempre di più, quello delle persone sempre meno…anche qui, prima o poi cresceremo.

Quali sono i tuoi progetti per il 2011? 
C’è tantissima carne al fuoco, sono in attesa di comunicare a tutti la data ufficiale di uscita del mio nuovo DVD, Pitching e Flipping, ci abbiamo lavorato per un anno intero per sviluppare un prodotto diverso dagli altri, niente itinerari, niente avventure, solo didattica e cercare di insegnare al meglio queste due tecniche molto popolari nel nostro paese. Inoltre sto lavorando per migliorare il servizio lezioni di pesca che svolgo da ormai due anni, nel 2009 ho fondato un’associazione sportiva senza fini di lucro, Quintabass, con cui svolgo lezioni di pesca ai soci.
Quintabass ha raccolto un grande successo e mi sta dando tantissime soddisfazioni, voglio continuare su questa strada e migliorarmi sempre più. Nel 2011 sarò collaboratore per la rivista Spinning Magazine, dove scriverò 6 articoli, continuerò le mie collaborazioni con Bassmania, Spinning Passione allo stato puro, Pescare Online e stiamo lavorando su una serie di video con Spinning Channel, speriamo di fare un buon lavoro.Ho creato inoltre su Youtube il canale Quintabass dove potrete seguire attività, video e catture, durante la stagione sarà spesso aggiornato quindi seguite questo link :

Se ne vedranno delle belle! Infine nel mese di aprile sarò in USA per la mia prima gara ufficiale nella terra del bass, non vedo l’ora!

 

In bocca al bass and get your fish on!

Luca Quintavalla x Planetspin

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